Antologia critica
una selezione di alcune critiche sull'arte di colucci
Antologia critica
2020
I nuovi lavori, accattivanti e sempre coloratissimi, vanno in una direzione ben precisa: la sintesi. Restano le campiture tipiche di Colucci, scompaiono alcune delle forme precedentemente presenti e compare un'unica forma, spesso ripetuta su tutta la superfice del dipinto, semplice ma con molteplici significati: può sembrare occhi, cellule, pianeti, atomi e tanto altro. L’artista lascia sempre molto spazio alla fantasia e all’immaginazione dell’osservatore, che potrà viaggiare col pensiero nell’osservarle. Ormai hanno tappezzato le pareti dello studio, sembra quasi di essere in mezzo a costellazioni che brillano nel firmamento.
Nella linea espressiva di Colucci è tangibile una necessità interiore di comunicare i propri stati d’animo, un linguaggio personale vivido e contagioso che trasmette sentimenti ed emozioni attraverso i propri dipinti e tramite le sue composizioni musicali, riuscendo ad accendere l’immaginazione dell’osservatore che difficilmente resta indifferente di fronte a barlumi di estro, come testimoniano anche le parole di tanti critici d’arte e addetti ai lavori che hanno accompagnato in questi anni le sue tante mostre personali.
L’arte di Colucci mira ad assumere una propria identità: forma e colori danno vita ad un’immagine che prima non esisteva e che coinvolge davvero tutti i sensi grazie alla musica che completa l’esperienza sensoriale. Già nello stile del pittore è chiara l’influenza delle note, del ritmo, delle armonie complesse del jazz, consonanze e dissonanze sonore: un brio visivo, mai passivo, che accende con la luce del giallo, luce di gioia e speranza; per contro, le varie tonalità del blu ci trasportano dal cielo al mare attraverso le nuvole del bianco che spesso fanno da padrone nel background della tela, mentre tra gli altri colori dominanti vi sono le tonalità di rosso, rosa e arancione che contribuiscono ad accendere le passioni: sono tutte tonalità che come nella musica si armonizzano dando vita all’opera, qui danno vita alla magia di Art in Music.
La continua e ossessiva voglia dell'artista di armonizzare il tutto, sia nei colori che nelle forme, in questa nuova edizione di Art in Music, è palese la pulizia del tratto e la maggiore voglia di sintesi, fa sì che il lavoro finale sia più curato nei dettagli e nella visione d’insieme. Alcune opere diventano quasi un simbolo, un’icona, un logo, collegandosi al passato di grafico pubblicitario. Forse grazie ad esso e alla pratica quotidiana a cui fu portato fin da bambino, senza sottostare alle regole tipicamente accademiche, scegliendo la via dell’istinto, del naturale, dove l’anima non si domina e non si imposta secondo dettami ma è libera di esprimersi, appunto perché è senza regole: come un disegno rupestre di un popolo primitivo o come alcuni grandi maestri del ‘900 o uno street artist ma soprattutto come nell’elemento che è fondamentale nella musica jazz, cioè l’improvvisazione, il creare una grande melodia al momento senza averla pianificata prima, senza averla scritta usando le regole della musica. La grande sfida nel creare “bellezza” al momento, fa sì che si acceda alle risorse interiori, quelle dell’anima. Tutto ciò che fa parte del proprio bagaglio di esperienze fluisce all’esterno come per magia, come un’esplosione ed è solo da questa grandissima sfida che si può misurare il valore dei creativi.
Arianna FORNASARI (storico e critico d'arte)
Ho avuto modo di conoscere Pasquale in occasione di una Master class che feci con lui a Milano e di averne apprezzato il garbo e la sensibilità.
Non sono un "esperto" ma i suoi quadri da subito mi hanno attratto per la vivacità degli accostamenti dei colori e delle forme, ricordandomi molto l'arte pittorica che caratterizza molti artisti sudamericani e portoricani in particolare.
Un modo di dipingere ricco di fantasia istintiva che ci riporta ai sentimenti dell'infanzia, puliti e pieni di energia, gli stessi che poi ritroviamo nel suo modo di far musica.
Gigi Cifarelli (musicista e compositore)
In Pasquale Colucci ricerca estetica e ricerca estatica coincidono: l’artista si eleva verso una dimensione superiore. Alla logica interiore non ci si può sottrarre, siamo collocati in essa, come la creazione artistica, in armonia, posta al di là del tempo e dello spazio. L’universo artistico non esiste nella realtà ma l’uomo sente il bisogno di crearlo sulla spinta della propria interiorità. L’importanza che Colucci dà alle forme è centrale, attraverso esse esprime sentimenti e stati d’animo. L’artista si trova davanti ad una molteplicità di cose con cui i suoi sentimenti entrano in rapporto fino ad arrivare a quel quid che riesce a stupire anche lo stesso pittore. La forma non è solo contorno della figura, né è una realtà statica. È mutevole, dinamica ed è in rapporto con un altro elemento importante dell’opera d’arte: il colore. Come diceva Kandinskij, il colore ha una energia straordinaria ed esercita una forza eccezionale sul nostro mondo. Lo sguardo di Colucci non è rivolto alla realtà esterna ma a ciò che gli rivela la sua interiorità.
Diversi movimenti oscillano nei quadri di Pasquale Colucci e occupano uno spazio che non è solo quello della tela ma riproducono l’andamento del suono attraverso una grande sensibilità alla quale si può dare una maggiore visibilità grazie ad una fervida immaginazione. Musiche di colori e forme varie ci portano in un viaggio dentro la nostra mente che diventa qualcosa di più grande ed infinito.
Guardare le opere dell’artista è come trasportarsi dentro e dietro il quadro. Antonin Artaud (drammaturgo, attore, saggista e regista teatrale francese del ‘900) affermava che la musica è il solo passaggio che unisce l’astratto al concreto. Il leit motiv delle opere di Colucci è stimolare la fantasia dell’osservatore che attraverso la propria sensibilità può volare verso nuove dimensioni. Ecco perché l’artista non riproduce mai la realtà. Lui non spiega le sue opere così come non si spiega una musica che tra l’altro accompagna sempre le sue tele.
Alessandra PRIMICERIO (critico d'arte)
Un bel po' di anni fa, nel 1999 per la precisione, organizzai un corso di authoring DVD per il Fondo sociale europeo. Mi piaceva l'idea di cimentarmi nel video e non c'è niente come insegnare per imparare. Notai tra gli allievi un ragazzo molto concentrato e volonteroso con cui legai subito: era Pasquale Colucci. Era molto interessato a tutto quello riguardava le nuove (all'epoca) tecnologie audio video, al punto di chiedermi di insegnargli tecniche di home recording. Così abbiamo incominciato a frequentarci ma mai avrei immaginato che questa nostra relazione sarebbe durata così a lungo. Siamo diventati amici e devo dire con soddisfazione di averlo influenzato nel concentrare tutte le sue sfaccettature artistiche nella pittura, materia a lui congeniale istintivamente: insieme abbiamo pensato che il suo interesse per la musica poteva in qualche modo essere legato ai suoi quadri. Così è nato il progetto Art in Music.
L'approccio di Pasquale nel fondere le due arti è particolarmente originale: lui non crea una musica ispirandosi al quadro o viceversa, lui dipinge musica e compone colori e forme. L'opera è un tutt'uno che apre spazi sconfinati nell'immaginazione di chi la recepisce, con una musica profonda, intensa e con forme e colori sconfinati ma allo stesso tempo organizzati con grande fantasia.
Sono molto contento che Pasquale stia diventando un artista affermato e che questo non gli impedisca di chiamarmi qua e là per discutere dei suoi progressi e a volte dei suoi progetti.
A forza di volontà, lavoro e determinazione, il ragazzo timido del mio corso di authoring DVD è diventato un artista completo con una personalità precisa che gode di riconoscimento anche internazionale. La vita riserva sempre delle sorprese e a volte sono molto piacevoli. Continua così Pasquale...
Patrick DJIVAS (musicista e compositore)
Sublime l’espressività e l’intensità dei colori che con le forme intriganti riescono a sviluppare storie empatiche che si possono leggere solo con lo spirito e come un sogno ci lasciano un alone di mistero arricchito da suoni che aumentano l’esperienza sensoriale.
Francesco MARTINELLI (storico dell'arte)
Oltrepassando un contorno labile che lo scudo espressivo può solo sottolineare, nelle opere di Colucci la ricerca si svolge all’origine stessa della pittura con un particolare valore di segno-colore con un effetto di totalità oltre il tempo in simbiosi con la musica. Attraverso uno stile eclettico che rielabora le istanze di modernità delle avanguardie, dimostrando un’istintiva predilezione verso una nuova sintesi.
La sensazione finale è di una giunzione tra la ricerca la fantasia e l’abilità dell'autore che ci trasportano in un universo nuovo di nome Art in Music.
Mario VALENTINI (critico d'arte)
Inconfondibile il disegno che emerge anche a distanza nell’osservare i dipinti di Pasquale Colucci, che hanno lo charme originale dei dipinti storici che si trovano nei libri d’arte scolastici o nei grandi musei.
Giovanni RICCI (critico d'arte)
Figura poliedrica capace di plasmare dipinti aventi connotati d'avanguardia, nell'artista italiano oramai richiesto in numerosi eventi nazionali, va altresì rimarcata la peculiare dote di saper plasmare musiche originali in un connubio altamente riuscito con la sua pittura. La sua arte non mira ad una riproduzione fedele del reale ma vuole stimolare l'apparato cognitivo di chi invece fruisce dell'opera, inducendolo a stabilire un nesso tra il dipinto e il suo stesso tessuto esperienziale.
Andrea CECCARINI (scrittore)
2019
Nella sua lunga ricerca compositiva, il postmoderno Colucci da un lato persegue la sperimentazione producendo opere contenenti campiture ordinate, seguendo un ritmo cromatico quasi razionale. Le linee di suddivisione, strutturate coi colori primari, separano le aree generalmente monocromatiche da quelle riportanti larghi motivi circolari o a righe. Non mancano quelle totalmente nere in calibrato contrasto coi colori caldi e freddi: accostamento, quest'ultimo, tipico dell'artista. Dall'altro, accorpa invece strutture più complesse, confermando la propria stabilità artistica. Le uniche regioni monocrome sono in maggior parte bianche, in articolate composizioni che uniscono motivi geometrici, semi-naturali o cellulari da cui alcuni, genialmente, si genera la firma. […] Ed è proprio la natura assieme alle sue forme spesso invisibili all'occhio umano, a creare i tessuti - anche di derivazione organica - su cui Colucci crea i racconti narrativi su tela. Vi sono opere che sembrano trasposizioni di mappe metropolitane, dove i quartieri diventano fasce colorate, i prati zebrature bianco nere, le strade percorsi cromatici che attraversano tutto questo senza interferire coi loro colori ma affiancandosi ad essi. Lascia libero lo spettatore di affondare le sue percezioni in una sorta di pareidolia artistica: gli occhi di chi guarda non dovranno cercare forme riconoscibili nelle nuvole, come solitamente avviene, o negli oggetti inanimati ma bensì nelle tele, tra le forme colorate, nelle strade monocrome o nella campiture geometriche accostate talvolta a colori acidi, altrove più caldi. La natura, filtrata da timbri onirici, può anche ricordare in alcuni esempi il decorativismo della secessione viennese, in altre soluzioni, invece, forme genetiche riprese attraverso filtri colorati. […] Come i musicisti jazz si lasciano andare a lunghe improvvisazioni, senza razionalizzare e facendo fluire tutto ciò che hanno dentro assieme a quanto hanno studiato, unito al flusso creativo del momento, come succede a molti anche nella scrittura e nell'arte, proprio in quest'ultimo esempio, troviamo nello specifico l'ultima produzione di Colucci, nelle opere dell'anno che sta finendo. […] I puristi non apprezzano l'improvvisazione, ma Colucci va oltre, non segue i dictat imposti dalle tradizioni artistiche o musicali. Segue la propria intimità, il proprio sentire. La sua creazione non ha nulla a che vedere con la tecnica e la razionalità degli insegnamenti accademici: sono espressioni emancipate dell'anima, libere associazioni, un sfogo ardito come lo è appunto l'anima. Il risultato è la negazione della razionalizzazione di ciò che nasce libero, avendo influssi di forme, colori armonizzati come lo sono le armonie jazz, cercando di creare qualcosa di piacevole all'occhio, senza averlo pianificato a tavolino. Si escludono gli insegnamenti – necessari, ovviamente – ma ad un certo punto occorre far uscire la propria voce per creare la propria Arte. […] Come il grunge fu uno dei generi spesso ascoltati dall'allora ventenne Colucci, nella produzione recente si nota maggiormente la scelta cromatica che va oltre quella della selezione proposta poco fa come Art in Music: i dipinti coevi non temono di affrontare il “rumore”. Come la street art ha "macchie", queste opere si pongono all’opposto della perfezione dell’arte definita "classica". […]
Arianna FORNASARI (storico e critico d'arte)
[…] Carico di libertà espressiva e ricerca di un ritmo, così come nella musica stessa a lui tanto cara coniugata perfettamente alla pittura, capace di animare i segni e dar loro un corretto spazio virtuale. Una varietà di tinte vibranti e lucenti, che convive con l’automatismo dei segni dal deciso e carico cromatismo […] Ancora i segni di Colucci paiono quasi evocare quegli stessi, colmi di simboli, dipinti sui corpi degli uomini affinché in certi antichi rituali tribali si combinassero con i movimenti ritmici delle danze e delle musiche, una identificazione col mondo magico e onirico di cui si avverte ancora e sempre il fascino.
Ivan Franco FOCACCIA (scrittore)
Nelle opere astratto-geometriche di Colucci le sensazioni e le emozioni, che vengono fuori dal suo inconscio per arrivare all’osservatore attraverso la materia pittorica, vengono idealizzate. L’utilizzo di alcuni colori fluorescenti permette di uscire dalla bidimensione del quadro. Le linee e i colori creano una vivacità travolgente impregnata da una fervente energia. Le sue opere, proiezione emozionale del suo io, si esplicano attraverso un linguaggio che è sintesi di istinto e ragione. La particolare creatività dell’artista lo porta a riflettere l’espressione della sua anima, con i suoi sentimenti e le sue emozioni. I suoi quadri sono traboccanti di forme geometriche. Con la sua musica cromatica viene fuori l’uomo con le inquietudini, i sogni, le gioie. I colori si sposano inequivocabilmente con il suono. Emozioni e sogni di Pasquale Colucci si materializzato nelle sue splendide opere.
Alessandra PRIMICERIO (critico d'arte)
Un'esperienza sensoriale audiovisiva.
Patrick DJIVAS (musicista e compositore)
Un artista capace di immergervi in mondi alternativi ma pure in grado con le sue opere, di cogliere l’essenza dell’interiorità umana. Una ricerca incessante tra originalità ed intuizione, in un connubio emotivamente coinvolgente tra arte e musica. Simbiosi efficace e strumentalmente armoniosa, ove al fruitore delle opere viene concessa una definizione di realtà plasmata dal filtro soggettivo dell’artista. Tra classicismo ed avanguardia.
Andrea CECCARINI (scrittore)
2018
Pasquale Colucci, artista a trecentosessanta gradi, regala alla sua città natale una splendida mostra antologica che racchiude l'essenza della sua poliedrica e sempre in evoluzione arte. Non gli piace essere rinchiuso in un settore dell'arte, lui che spazia dalla pittura alla musica senza fermarsi mai in una potente ricerca di connubi, alleanze, passioni tra le tecniche, le forme e gli stili. La sua musica, sposa e amante della sua pittura, è raccontata qui con le note di colore delle opere pittoriche e delle composizioni musicali.
Pasquale Colucci, conosciuto in tutto il mondo per la sua arte è continuamente in viaggio, che sia reale o artistico, di ricerca, di poesia. I colori delle sue opere astratte, richiamano proprio questo suo peregrinare e riportano sui supporti proprio le luci, le emozioni dei luoghi: così vedremo maioliche, zebre, scacchiere, fiori, foglie, intrecciarsi, danzare, dondolare quasi accompagnati dalla colonna sonora dello stesso autore.
Laura ALLORI (giornalista)
Leitmotiv che piacevolmente ho riscontrato nelle opere di Colucci è un costante richiamo alla vita, alla passione, alla gioia. Nelle sue opere il rosso, blu e giallo sono dominanti. Colori che simbolicamente evocano forti sentimenti, colori energici, colori primari, dominanti che inneggiano con entusiasmo alla vita. Il rosso è il colore del cuore, dell’amore, del sangue, degli slanci vitali e dell’azione e chi lo ama è di per sé ottimista, deciso, impulsivo e dinamico. Il blu è il colore del silenzio, della calma, della tranquillità, della tenerezza e della gioia di vivere e chi lo ama e lo utilizza è sensibile, sincero, onesto e comprensivo. Il giallo è il colore del sole, dell’allegria, della vivacità, dell’intelligenza e dell’ottimismo e chi lo usa ha un forte senso di identità e di estroversione. Bene, Colucci è tutto questo, è energia, è ottimismo, è sensibilità, è vivacità e riesce chiaramente a trasmettere la sua anima tanto nei suoi dipinti quanto nelle sue melodie.
Veronica BARBARO (storico dell'arte)
La musica così come l’arte è in grado di trasmettere emozioni e sensazioni senza ricorrere alla rappresentazione della realtà. La chiave di lettura delle opere dell’artista è sicuramente l’eco che produce sull’interiorità, sulle nostre emozioni. Gli eventi vengono interiorizzati e le sensazioni traboccano e si proiettano verso l’esterno. È come se ad ogni colore e ad ogni forma dei quadri di Colucci corrispondesse una nota musicale. Per farci partecipi ancor di più del suo mondo interiore e darci la possibilità di entrare in comunione con il nostro spirito, l’artista accomuna ad ogni sua creazione una musica da lui composta così da darci l’occasione di immergerci nel suo e nel nostro mondo magico e fantastico.
Alessandra PRIMICERIO (critico d'arte)
Un tratto pittorico in linea coi grandi del Novecento che racchiude richiami antichi che vanno dalle maschere africane alle incisioni rupestri fino all’arte contemporanea. Creazioni dai colori vivaci e mai banali, che attraggono e coinvolgono in un viaggio dei sensi fatto di forme, suoni e colori.
Riccardo RICCARDI (scrittore e giornalista)
Offrendo quella piena totalità di padronanza del colore, che compete solo alle grandi firme del mondo dell’arte, in grado di offrire un’impressione colorimetrica, rispettosa dei parametri nello stile post-moderno. Il “Colucci“ è in grado di far generare all’occhio attento dell’osservatore [...] un chiaro accostamento ad una visione universale, influenzato su una base che dovrebbe tendere ad un principio futurista contenuto, calcolato però nella norma, pure se obiettivamente il campo va a sfiorare sotto certi aspetti, i limiti dell’assurdo o dell’impossibile. Il nostro Artista, consapevole di essere già conosciuto nel firmamento artistico italiano e soprattutto all’estero, procede nelle sue opere, con una equilibrata saggezza cromatica, derivante da una semplicità assoluta, dove la sua anima, parla attraverso i colori, inneggiando ad una dinamica sviluppata, con un criterio di forme aggraziate, calcolate con una coinvolgente sobrietà pittorica, che non certo tendono ad uscire dagli schemi competenti, pur mantenendo la cognizione della realtà, una realtà spettacolare ed innovativa, che solo i grandi Maestri del colore, come Pasquale Colucci, sono in grado di creare.
Pasquale SOLANO (critico d'arte)
2017
Un'esperienza coinvolgente e nuova, fatta di dipinti con colori acrilici e ad olio, con una musica che guiderà il visitatore nel percorso arricchendone i sensi. Un'esplosione di colori e suoni che non farà alcun rumore, ma che lascerà un segno indelebile nel suo cuore. Luci, animali striscianti, paesaggi surreali, nature selvagge, personaggi mitologici e occhi variopinti, che si incroceranno delicatamente con lo sguardo.
Riccardo RICCARDI (scrittore e giornalista)
2015
Trasformando il colore in resa astratta, la cui intensità di suggestione non esclude l’apertura d’un varco verso la libertà espressiva e la raffinatezza cromatica, l’artista nutre delle predilezioni: utilizza tinte vibranti, cariche di luce intensa. La mirabile esecuzione rivela la mano decisa e la fantasia onirica che si scatena con effetti di estrema efficacia non solo di tocco ma anche simbolici.
Salvatore RUSSO (critico d'arte)
È una pittura concentrata su gestualità ed efficacia visiva, nel suo tratto poetico inconscio dinamicamente risolutivo. Nelle sue opere si osserva il giusto dosaggio del colore, sintesi della spiritualità intesa come superamento di ogni stupore.
Mariarosaria BELGIOVINE (critico d'arte)
L’arte contemporanea ha bisogno di nuovi espressioni artistiche, sperimentazioni e, di conseguenza, di nuovi Maestri. E Colucci è portatore di nuovi linguaggi sia legati alla tradizione che all’informale segnico.
Franco MAURELLA (giornalista)
Un sintomo visivo equilibrato da molteplici fusioni cromatiche, si raccorda con gestualità predominanti ed in perfetto equilibrio. Le sue opere sono racconti che analizzano i suoi stati d’animo e della percezione animata dalle forti emozioni che coinvolgono la fonte della sua ricerca.
Jean Charles SPINA (critico d'arte)
2014
I quadri sono estremamente espressivi e rievocano sensazioni che portano l'attento osservatore in nuove realtà con fantastici scenari dove il colore avvolge i pensieri e scuote gli animi. Le forme sono diverse e molto originali e la sfida nell'accostamento dei colori trasmette un immenso e sofisticato gusto che l'artista Colucci dimostra di avere. Per completare l'estasi dei sensi ci pensa la musica che accompagna le opere, musica composta e incisa dallo stesso artista, ispirata ai quadri in simbiosi con essi, un’opera unica audio visiva, armoniosa ed eclettica.
Filippo FABBRI (critico d'arte)
2013
Colori che si espandono, pennellate avare ma eloquenti, pennarelli acrilici che abbondano e incidono in contesti astratti e diversi, sempre diversi, mutevoli come un camaleonte.
Deborah BRIVITELLO (giornalista)
2011
A Pasquale... Un futuro brillante al cantautore wave ed anche un po' rock'n roll!!
Bruno CASINI (scrittore)
A Pasquale, estroso spirito ''leonardesco'' in terra di Calabria, con la speranza di fargli apprezzare Ferrara.
Lucio SCARDINO (critico d'arte)
Una mostra resa piacevole dal segno del disegno veramente talentuoso e da colori, solo apparentemente scontati, che ''entrano'' nella sensibilità del visitatore attento. Complimenti!
Bruno SIMONI (scrittore)
2010
Pasquale Colucci ama molto la musica e la pittura moderna [...]
Lo vediamo infatti impegnato alla ricerca di nuovi mezzi espressivi, quali ad esempio l’arte digitale che gli consente di esprimere una bellezza nuova, un incanto che non è possibile ottenere con mezzi tradizionali [...] Ecco dunque Colucci che riesce a rompere gli ostacoli accademici e si proietta con grande abilità e congenialità nella grande “arte cosmica” riuscendo ad offrirci una bellezza incantata mai vista finora.
Luigi MELFI (pittore)
Vedendo i quadri di Pasquale Colucci nella pittura ad olio su tela [...] noto una finezza e una delicatezza visibili a prima vista, i colori sono ben amalgamati [...] un’atmosfera di buon gusto e di serenità.
[...] armonia non aggressiva ma che è convivenza fra di loro.
La sua pittura [...] è una ricerca che abbraccia diverse tecniche.
Ultimamente Colucci [...] va molto più avanti, come con la digital art, la sua Arte Cosmica, frutto della sua costante ricerca ed impegno quotidiano senza mai fermarsi.
[...] il pittore è giovane, sono certo che nel futuro ci farà apprezzare nuove sensazioni e nuove emozioni, sempre più grandi.
Francesco DIEGO (pittore)
2004
La sua inquietudine laboriosa, artistica ed esistenziale, oltre che animata dalla ricerca di conoscenze arricchenti la sua formazione espressiva, risente dal tormento laborioso dell'artista sempre alla ricerca di barlumi di bellezza, nel tentativo d'esprimere una bellezza nuova. […] Come l'uomo artista che se non sapesse confrontarsi col dolore e la morte, non potrebbe esprimere la bellezza nuova, nuova sintesi prodotta dalla sensibilità della sua anima.
Enrico G. BELLI (scrittore)